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Intervista a Simone Vallarelli, portiere “secondo” a nessuno

 Simone Vallarelli (portiere della nazionale italiana c6)

Simone Vallarelli, classe ’94, è un portiere di calcio a 5 che attualmente, oltre ad indossare per la prima volta la divisa azzurra, in occasione della “Friendly Cup” di Baku, difende i pali del Bovalino c5.

Sarà il secondo di Marco Vascello pronto a dare il suo contributo.

In questo articolo vi faremo capire perchè Simone non è secondo a nessuno.

Una carriera atipica

La sua carriera calcistica è iniziata solamente 9 anni fa all’età di circa 20 anni, un’età piuttosto “avanzata” rispetto alla media per iniziare a giocare ad uno sport come il calcio.

Le prime partite le gioca nel calcio a 11 nella sua regione d’origine: la Puglia; con l’under 19, ma quando la società fallì in seguito alla sconfitta dai playoff è lì che arriva la grande occasione.

Gli viene proposto di andare a giocare nel calcio a 5 ed è grazie al suo ex allenatore che si convince a provare questa nuova avventura nel mondo del futsal. E così la sua passione si è trasformata nel suo lavoro. Ecco che passione e lavoro si fondono insieme, creando un tutt’uno.

Grazie alla sua tenacia e alla sua grande grinta, ha giocato gli anni successivi in serie A2, e infine la grande chiamata, così attesa, col Napoli nel 2013, per iniziare a giocare in serie A. Nonostante sia stata una breve esperienza, far parte di una squadra di serie A per lui è stato un grande onore; ha avuto modo di respirare quel clima che tanti calciatori sognano. Un clima così agognato, e atteso.

Ad oggi è tornato a giocare in A2 a Reggio Calabria, nel Bovalino calcio a 5.

La convocazione in Nazionale

La chiamata della Nazionale calcio a 6 è stata per lui un grande onore. Vallarelli ha sempre avuto come obiettivo quello di giocare con la nazionale calcio a 5 in nazionale. Dalle sue parole traspare una grande emozione di giocare con la maglia della nazionale: “Quella del calcio a 6 sarà un’esperienza fantastica, anche per conoscere nuovi colleghi, il loro modo di giocare”.

Conosce già qualche compagno di squadra: alcuni li ha affrontati in precedenti partite, come il compagno Marciano Piovesan, con altri ci ha giocato insieme, come con i colleghi Bruno Pio Scordino e Lorenzo Canale.

Per lui l’obiettivo principale è vincere: fa parte del suo essere. Se non avesse questo obiettivo primario non riuscirebbe neanche a partire. Il nostro giocatore parte dal presupposto che “gioca sempre per vincere, e questa volta è più spronato che mai”. Per cui, a livello personale, l’obiettivo è quello di dare il massimo, anche per i compagni: per lui il gruppo è fondamentale e anche stavolta il suo contributo sarà prezioso.

simone vallarelli

Simone più in profondità

Raccontandoci di più di su di sé abbiamo scoperto che come il 99% dei giocatori anche lui  ha il proprio rito scaramantico: non vuole svelarcelo, ma l’unica cosa che può dirci è che ha un ordine preciso di indossare la divisa.

Se pensa nel breve termine il suo sogno è sicuramente quello di vincere: non ci nega che ha già guardato le medaglie, le coppe che spettano ai vincitori del torneo, e che infondo spera di poterne alzare una.

Se pensa al medio termine, quello di tornare in serie A, prima che finisca la sua carriera vuole tornare e tornare a vestire la maglia azzurra, soprattutto del calcio a 5.

Tra i suoi ricordi più preziosi: il momento più alto in assoluto è la chiamata in serie A da parte del Napoli, anche se non ha avuto modo di calcare il campo, perché il Napoli a quel tempo vantava un portiere fortissimo.

Un momento di difficoltà

Il momento più basso è stata la decisione di prendersi una pausa anni fa a causa di problemi personali, perché non riusciva a dare il suo massimo contributo per la squadra. Successivamente a tale decisione, ha pensato anche di ritirarsi ma, fortunatamente, la sua famiglia ha continuato a sostenerlo, finché ha deciso di riprendere la sua carriera.

Nonostante sia un “portiere brevilineo”, come lui stesso si è nominato, per la sua altezza è un portiere molto rapido ed esplosivo: riesce ad anticipare l’azione, prevede la palla in profondità. Tra le sue qualità spicca certamente quella di essere  un portiere carismatico, riuscendo a trasmettere la sua grinta ai compagni di squadra. Per questo è un giocatore che fa molto gruppo, che anima lo spogliatoio e che accompagna i più giovani.

La sua debolezza? “Odio perdere, per me la sconfitta è un evento traumatico: a volte questo non mi rende lucido e mi fa reagire con impulso”.

L’idolo di Simone

Alla domanda se avesse un idolo a cui ispirarsi ci ha risposto Stefano Mammarella, portiere del Pescara. Nonostante l’abbia conosciuto solo di passaggio, gli ha fatto fin da subito un’ottima impressione come persona. Per me lui è l’idolo da seguire: è stato ed è tutt’ora una grande fonte di ispirazione.

In bocca al lupo Simone per questa importante avventura!

Ufficio stampa

Giulio Castellet